Le Fortificazioni nel Salento – Roca Vecchia (il covo dei pirati)
“Lentamente, dolcemente e inesorabilmente si ridiscende lievemente e costantemente verso il mare tra campi coltivati a grano, uliveti, sprazzi di macchia mediterranea, minuscole pinetine che donano frescura in questa stagione con l’estate ormai arrivata. Nulla lascia presagire che il mare sia a pochissima distanza…”
– Dal punto di vista di Komoot
Roca Vecchia (il covo dei pirati)
Prefazione
La storia vuole che nell’anno 1480 gli abitanti di Roca Vecchia (esiste anche una Roca Nuova…) furono messi in fuga dalle incursioni dei saraceni che poco tempo dopo la lasciarono al suo destino.
Nel 1544 Il governatore di Terra d’Otranto Ferrante Loffredo, per ordine di Carlo V la fece radere al suolo. Perché? Perché a suo dire divenuta covo di pirati dediti ad attacchi e razzie verso l’entroterra…
(per gli approfondimenti dei cenni storici, fare riferimento tra le altre, alle fonti disponibili ampiamente in rete)
Roca Vecchia (il covo dei pirati)
In sintesi
Tutte visibili dal percorso pedalato
Fortificazioni ormai abbandonate si alternano a strutture attrezzate per l’accoglienza enogastronomica e/o alberghiera, in alternativa, sono presenti nelle immediate vicinanze nella maggior parte dei casi. Bisognerà informarsi sulla possibilità di visita o fruizione.
Percorso adatto a tutte le tipologie di biciclette dotate di pneumatici che possono percorrere strade bianche e brevi sentieri boschivi. Non presenta dislivelli degni di nota se non un paio di piccoli strappi subito dopo Calimera e Martignano. A Torre dell’Orso bisognerà risalire una scalinata di una ventina di gradoni non troppo alti per poter raggiungere il livello stradale rispetto alla pineta/spiaggia adiacente.
Questo l’elenco dei punti di rilievo in ordine di passaggio partendo da Roca Vecchia:
- Torre Roca Vecchia
- Castello Petraroli, Borgagne
- Castello baronale D’Amelj, Melendugno
- Masseria San Biagio, Calimera
- Palazzo baronale, Martignano
- Palazzo Granafei, Sternatia
- Chiesa Santo Stefano, Soleto
- Castello Monti, Corigliano d’Otranto
- Palazzo marchesale Castriota, Melpignano
- Cripta Sant’Onofrio, Castrignano dei Greci
- Palazzo baronale Gualtieri, Castrignano dei Greci
- Palazzo ducale Ghezzi, Carpignano Salentino
- Cripta di Santa Cristina, Carpignano Salentino
- Palazzo baronale, Martano
- Torre Pinta, Carpignano Salentino
- Masseria Porcaccini, Borgagne.
Porre attenzione agli attraversamenti di arterie stradali principali con traffico automobilistico prevalente. Si percorrono un paio di chilometri su strada provinciale con traffico automobilistico usciti da Borgagne, porre attenzione.
Roca Vecchia (il covo dei pirati)
Esperienza e sensazioni
Facile farsi suggestionare da un tratto di costa tra i più belli del Salento ma la sorpresa vera potrebbe celarsi in un entroterra dalle molteplici sfaccettature. La Grecia Salentina (detta anche Salento Griko), territorio di dodici borghi, famosa per la sua “Notte della Taranta” è attraversata dal percorso che tocca la maggior parte dei Comuni che ne fanno parte.
Si svelano piazze, chiese e cappelle affrescate come quella di Santo Stefano a Soleto, gemella della più famosa chiesa di Santa Caterina d’Alessandria a Galatina e di uguale pregevole fattura, palazzi ducali, castelli fortificati come quello di Corigliano d’Otranto oltre alle pozzelle di Martignano.
La Grecìa salentina
Vale la pena soffermarsi nei vicoli dei borghi perché scoprirli in bicicletta è un piacere. Interessanti anche i tratti stradali che collegano questi Comuni. Boschetti, uliveti, menhir accanto a strade e stradine a basso traffico automobilistico e godibili stando seduti in sella.
E’ probabile che vi imbattiate in una masseria con allevamento di bufale e fare incetta di prodotti a km 0 nei pressi di Calimera. Da non dimenticare, la piazza su cui si celebra la famosa Notte della Taranta.
Roca
Nulla da dire, con Roca Vecchia si inizia a pedalare da una gran bella location. Si narra di pirati, insediamenti antichi e di un esilio forzato verso Roca Nuova. Appunto, dove si trova Roca Nuova? A questa domanda dovrebbe rispondere un punto memorizzato sul gps. Le notizie in possesso parlano di pochi ruderi ormai rimasti ma basta questo per dirigermi sul sito indicato da più fonti. Risultato?
Si entra in un appezzamento di terra a caccia di poche pietre ma nulla, non si trova traccia di Roca Nuova sul sito indicato, neanche una pietra che lasci il sospetto che il sito sia lì. Evidentemente i pirati hanno preferito lasciare il segno del loro passato a Roca Vecchia, vuoi mettere?
Vorrà dire che approfondire le ricerche sarà compito di un altro momento, pazienza, girovagare in bici è anche questo (Aggiorno che, durante un altro giro in bicicletta, ho poi trovato Roca Nuova a poche centinaia di metri dal punto indicatomi. Quindi esiste davvero… ;)).
Tra un borgo e l’altro
Ora c’è da entrare nel cuore della grecia salentina a caccia di fortificazioni nei borghi probabilmente tra i più rinomati del Salento. Per farlo si va su stradine secondarie asfaltate tra uliveti che sembrano essersi arresi alla prepotenza della xylella, piaga che attanaglia ormai ogni angolo del Salento. Si passa per Borgagne e Melpignano per poi proseguire seguendo le orme della via francigena all’ombra di vegetazione posta su entrambi i lati del sentiero e sterrati comodi fino ad arrivare alla Masseria San Biagio e dunque a Calimera.
Poi, in sequenza e per strade secondarie a bassissimo traffico, Martignano con le sue pozzelle, Sternatia ed il suo caratteristico centro storico, Soleto con il suo bellissimo campanile riccamente decorato.
La diramazione bistrattata
Adesso e fino a Corigliano d’Otranto si pedala sempre su stradine secondarie a bassissimo traffico ma obbligati purtroppo ad osservare lo scarso fascino paesaggistico. Incanalati come siamo tra due delle principali arterie stradali salentine (Strada Statale 16 e Strada Provinciale 367) che da Maglie si diramano a V verso nord, ecco quattro chilometri di territorio poco entusiasmante, case sparse qua e là, terreni che sembrano essere abbandonati all’incuria e noi nel mezzo, distratti solo grazie a brevi sterrati bianchi. Anche questo è Salento.
Lievemente e costantemente
Da Corigliano d’Otranto riprende la bellezza della grecia salentina, Melpignano, Castrignano de’Greci, Carpignano Salentino, Martano, tra stradine senza traffico e addirittura una breve carrettiera storica, vie di campagna bianche e rosse, qualche pala eolica e tanto fascino griko in cui perdersi.
Lentamente, dolcemente e inesorabilmente si ridiscende lievemente e costantemente verso il mare tra campi coltivati a grano, uliveti, sprazzi di macchia mediterranea, minuscole pinetine che donano frescura in questa stagione con l’estate ormai arrivata.
Nulla lascia presagire che il mare sia a pochissima distanza, un bel percorso boschivo ci introdurrà ad uno dei maggiori capolavori della natura salentina.
Sant’Andrea meravigliosa
Tanto belli quanto famosi i faraglioni di Sant’Andrea sono l’apice di una costa adriatica meravigliosa, da godersi metro dopo metro senza farsi distrarre da macchine fotografiche, telefoni cellulari o qualsivoglia diavolerie elettroniche.
Gli occhi senza frapposizione di filtri artificiali godranno al meglio dello spettacolo, ovviamente in bici. Ben tornati al punto di partenza.