Le Fortificazioni nel Salento – A partire dal Carlo V
“I Raggi del sole vengono accentuati e riflessi da questo materiale naturale restituendo il calore di una luce fantastica nel silenzio rotto dal tintinnio della catena della bicicletta e di una Lecce in pieno risveglio. Quanto è bello iniziare così una giornata…”
– Dal punto di vista di Komoot
A partire dal Carlo V
Prefazione
Nove Masserie fortificate, cinque palazzi nobiliari, due torri, due chiese rupestri, un’abbazia ed il castello Carlo V sono le edificazioni fortificate a pretesto del percorso tracciato, inoltre a portata di pedale, tutta Lecce ed il suo splendore barocco.
Periodo storico compreso tra l’XI ed il XVIII secolo, la più antica fortificazione visibile e probabilmente anche la più famosa, l’Abbazia Santa Maria di Cerrate risalente al XI secolo mentre le più recenti sono le masserie fortificate Monacelli e Mendule risalenti al XVIII secolo
(per gli approfondimenti dei cenni storici, fare riferimento tra le altre, alle fonti disponibili ampiamente in rete)
A partire dal Carlo V
In sintesi
Tutte visibili dal percorso pedalato
Fortificazioni ormai abbandonate si alternano a strutture attrezzate per l’accoglienza enogastronomica e/o alberghiera, in alternativa, sono presenti nelle immediate vicinanze nella maggior parte dei casi. Bisognerà informarsi sulla possibilità di visita o fruizione.
Questo l’elenco dei punti di rilievo in ordine di passaggio partendo da Lecce:
- – Castello Carlo V Lecce
- – Masseria Tagliatelle, Lecce
- – Chiesa rupestre Madonna del Pisello
- – Palazzo baronale di Monteroni
- – Palazzo marchesale di Arnesano
- – Palazzo dei Celestini di Carmiano
- – Palazzo Paladini, Campi Salentina
- – Castello Villa Elvira, Trepuzzi
- – Masseria Caretti Grande, Surbo
- – Abbazia S.M Cerrate
- – Masseria Giampaolo, Surbo
- – Masseria Monacelli, Lecce
- – Masseria Coccioli, Lecce
- – Masseria Melcarne, Surbo
- – Masseria Barrera, Surbo
- – Masseria Le Mendule, Surbo
- – Masseria Paladini, Surbo
- – Torre dei Cavallari e la chiesa rupestre di S.M. d’Aurio, Surbo
- – Torre di Belloluogo, Lecce
Percorso adatto a tutte le tipologie di biciclette dotate di pneumatici che possono percorrere un minimo di strade bianche. Non presenta dislivelli degni di nota. Porre attenzione agli attraversamenti di arterie stradali principali con traffico automobilistico prevalente.
A partire dal Carlo V
Esperienza e sensazioni
Il risveglio di Lecce
E’ mattino presto di un giorno di primavera, l’aria fresca e frizzante accarezza il viso e le mani strette al manubrio mentre si percorrono i vicoli storici. I raggi del sole rimbalzano sui muri degli edifici decorati con l’ormai noto barocco scolpito nella pietra leccese. Raggi che vengono accentuati e riflessi da questo materiale naturale restituendo il calore di una luce fantastica nel silenzio rotto dal tintinnio della catena della bicicletta e di una Lecce in pieno risveglio.
Quanto è bello iniziare così una giornata. Il Castello Carlo V è troppo grande per essere fotografato per intero con uno scatto dal punto di partenza prescelto, inizia così una pedalata che, dopo aver attraversato il centro storico si accinge a raggiungere la periferia di Lecce, non prima però di essersi avvicinati alla Masseria Tagliatelle costruita nel mezzo di un’ampia cava di pietra utilizzata presumibilmente come fonte di materiale da costruzione per questa città.
La valle della Cupa
In uscita da Lecce, sulla via vecchia per Copertino, non si può fare a meno di voltarsi senza chiedersi se ci si fosse lasciati alle spalle una collina. In effetti la sensazione provata vedendo di fronte il panorama con vista sulla Valle della Cupa (depressione geomorfologica di origine carsica) posta ad ovest di Lecce è proprio quella. Si pedala con leggerezza discendendola e ci si immerge in vie e viuzze perlopiù asfaltate che attraversano dimore più o meno storiche, segno che da queste parti i benestanti di Lecce venivano a soggiornare.
Madonna del Pisello
“Costretti” ad una brusca frenata mentre la mente si gode il tratto di strada, l’occhio è attratto da una umile chiesetta come tante se ne vedono sul territorio salentino.
L’attrazione è scaturita dal portone d’ingresso spalancato come a voler accogliere i viandanti di passaggio. La curiosità e la voglia di sbirciarci dentro fanno il resto.
E’ la chiesa rupestre della Madonna del Pisello (il nome dovuto alla contrada) e, a differenza di quanto accade nella maggior parte delle chiese rupestri dove ci si aspetta di trovare elementi del passato (Anno 162six recita l’architrave), in questo caso si percepisce la devozione delle persone del nostro tempo ed un forte senso di apertura verso il prossimo.
I palazzi nobiliari
Tra Monteroni, Arnesano (abitati senza soluzione di continuità) e Carmiano ecco i palazzi nobiliari. In pochissimi chilometri di viabilità secondaria asfaltata si attraversa il piccolo centro di Magliano senza subire lo stress del traffico dei centri abitati. Superati questi si percorre una stradina dritta (o quasi) che costeggia vigneti, piccoli uliveti e appezzamenti coltivati fino a raggiungere Campi Salentina.
Fantastica e inaspettata la successiva strada ciclabile presente nel Parco Intercomunale Sant’Elia. Superata Squinzano si è costretti a pedalare su di un’arteria stradale ampia che non lascia tranquillo il ciclista che la percorre. Unico passaggio che consente l’attraversamento della superstrada Brindisi-Lecce, tutte le vie parallele alternative vanno a sbattere contro di essa. Non c’è altro verso a meno di non allungare di parecchio il percorso.
Di masseria in masseria
Dopo qualche chilometro ecco la svolta che lascia alle spalle tutto. Da quì inizia un altro giro, si percepisce il cambio di passo e come api che volano di fiore in fiore, d’ora in avanti si pedala da una masseria fortificata all’altra percorrendo strade bianche, sterrati pazzeschi alternati a brevi tratti asfaltati, a volte immersi in una natura rigogliosa che toglie il fiato altre volte tra muretti a secco e terreni brulli e sassosi (qualche passaggio bisognerà conquistarselo, un pò di avventura si sa, non guasta).
Nel mezzo, la bellissima Abbazia Santa Maria di Cerrate. Sembra di vivere ai tempi di Carlo V se non fosse per le pale eoliche gigantesche che di tanto in tanto fanno sentire il loro potente fendente nell’aria (il contrasto è forte). La torre dei Cavallari e la chiesa rupestre di S.M. d’Aurio segnano il ritorno lento verso Lecce…