Il Salento Bizantino – Il passaggio di consegne
“Le serre cominciano ad elevarsi e a distinguersi rispetto alla pianura mentre, improvvisamente, si nota una cupola con la somiglianza di un piccolo pantheon posto sulla sommità di un abitato. Siamo a ridosso di Neviano e la sua Chiesa Madre fa capolino…”
– Dal punto di vista di Komoot
Il passaggio di consegne
Prefazione
Prendendola alla larga, possiamo cominciare a raccontare dell’influenza bizantina nel sud Italia a cominciare dalla fine della guerra gotica con l’istituzione dell’impero romano d’oriente e perpetrata nel VI secolo per mano dei bizantini sugli ostrogoti. il monachesimo fece la sua comparsa nel Salento (IV Sec.) contribuendo alla diffusione del rito greco.
L’VIII secolo si contraddistinse per le lotte iconoclaste innescando il fuggi fuggi dei monaci bizantini dalle terre greco-orientali verso e attraverso la penisola salentina aumentando ulteriormente la loro presenza e influenza sul territorio. L’XI secolo, oltre a segnare la fine del monachesimo, vede l’ingresso dei normanni nello scenario salentino, con esso un lentissimo passaggio di consegne dal rito cristiano greco a quello latino che può considerarsi concluso intorno al XVI secolo. Da questo mio tentativo grossolano di riassumere i fatti storico/culturali salienti, possiamo dedurre che l’influenza greco-bizantina nel Salento sia durata circa dodici secoli con una fine progressiva durata cinque secoli. Toccare con mano questo passaggio è cosa assai difficile visto che ancora oggi ne subiamo l’influenza. Eppure esiste un luogo dove questo passaggio è tangibile, dove il passaggio di consegne è visibile a occhio nudo. Anzi, mi correggo, i luoghi sono due e sono stati edificati dallo stesso committente nello stesso momento storico (anno più, anno meno). Un luogo è marcatamente greco-bizantino, l’altro è decisamente latino. Non visitarli è un peccato culturale per un salentino, come minimo artistico per un forestiero ospite di questo lembo di terra. Santo Stefano a Soleto e Santa Caterina d’Alessandria a Galatina.
(per gli approfondimenti dei cenni storici, fare riferimento tra le altre, alle fonti disponibili ampiamente in rete)
Il passaggio di consegne
In sintesi
Si pedala sfruttando la viabilità secondaria asfaltata alternata a stradine bianche o sterrate. Tra Neviano e l’Abbazia di San Nicola di Macugno il sentiero ai margini di un bosco rigoglioso e macchia mediterranea dona maggiore carattere naturalistico al percorso. A Cutrofiano la percorrenza di strade di campagna lascia spazio a vie urbane rese piacevoli dall’attraversamento dei nuclei storici di Sogliano Cavour e Soleto.
Risulta essere meno affascinante l’attraversamento della zona industriale di Galatina resa necessaria per raggiungere la cripta Santa Maria della Grotta. Le vie storiche di Galatina segnano la fine del percorso pedalato.
Tutte visibili dal percorso pedalato
le Cripte a volte non sono direttamente accessibili in bicicletta ma si necessita di percorrere brevissimi tratti addirittura a piedi oppure sono di pertinenza di proprietà private. Bisognerà informarsi sulla possibilità di visita. Sono presenti dei punti di ristoro nei pressi del percorso situati prevalentemente nei centri cittadini attraversati.
Questo l’elenco dei punti di rilievo in ordine di passaggio partendo da Galatina:
- Chiesa rupestre e cripta San Giovanni Battista, Cutrofiano
- Cripta Sant’Anna, Galatina
- Chiesa Santo Stefano, Soleto
- Cripta Santa Maria della Grotta, Galatina
- Basilica Santa Caterina d’Alessandria, Galatina
P.S.: Adatto a tutte le tipologie di biciclette dotate di pneumatici che possono percorrere un minimo di strade sterrate bianche. Presenta un brevissimo tratto di dislivello in ingresso al nucleo storico di Neviano. Porre attenzione agli attraversamenti di arterie stradali principali con traffico automobilistico prevalente.
Il passaggio di consegne
Esperienza e sensazioni
L’atmosfera silenziosa
A Galatina, appena in sella il dubbio mi pervade mentre mi gusto la colazione a base di pasticciotto; Che fare? Inizio visitando la basilica di Santa Caterina oppure pedalo prima il percorso? E’ mattino presto e dunque opto per la seconda che mi fa godere dell’atmosfera silenziosa dei mattini salentini.
Il tepore del sole d’inverno mi riscalda il volto e in men che non si dica sono fuori città a pedalare per piacevoli stradine secondarie tra ville e case di campagna più o meno datate, l’asfalto interrotto da tratti ghiaiosi e un paio di attraversamenti su strade provinciali ma zero stress da traffico.
Le pendenze praticamente nulle invitano ad alzare la testa e ad osservare il territorio circostante. Campi coltivati, giardini ben curati, canneti che crescono lungo la depressione della Valle della Ruga, avvallamento posto sul lato est delle serre salentine appena imboccate e area fertile sfruttata per coltivare la terra.
Neviano
Le serre cominciano ad elevarsi e a distinguersi rispetto alla pianura mentre, improvvisamente, si nota una cupola con la somiglianza di un piccolo pantheon posto sulla sommità di un abitato. Siamo a ridosso di Neviano e la sua chiesa Madre fa capolino.
Sarà l’unico strappo da affrontare in pendenza, esso attraversa il nucleo storico di questo piccolo Comune, ormai la testa e le gambe si sono abituate al ritmo di una pedalata costante, lo strappo spezza il fiato e Neviano, a sua volta, spezza il percorso aprendo ad un nuovo racconto.
Il sentiero di Macugno
Ora si pedala sul filo di questa serra salentina, non è la prima volta che la descrivo ma, ogni volta che imbocco il sentiero che da Neviano porta a San Nicola di Macugno non posso fare altro che ribadirlo;
in pochi chilometri la natura rigogliosa impone tutta la sua bellezza addobbando il pendio lontano dal mare di contrasti cromatici che non ti aspetti.
Respiro a pieni polmoni l’ossigeno presente mentre pedalo ai margini del bosco e mi inebrio della miscela profumata prodotta dalla terra rossa appena arata con l’essenza della macchia mediterranea presente ai bordi del sentiero.
San Giovanni Battista
E’ ora di pensare ai bizantini, dall’abbazia di Macugno e i suoi ipogei svolto verso nord-est per raggiungere la cripta di San Giovanni Battista. Stradine secondarie asfaltate alternate a tratti sterrati, il silenzio mattutino interrotto dal rumore delle motoseghe a potare i rami secchi degli ulivi, gli schioppi dei fucili esplosi nell’intento di accaparrarsi l’anima degli uccelli migratori di passaggio in questa stagione.
Alzo lo sguardo al cielo, il sole si è nascosto dietro ad una nuvola che aleggia sulla mia testa in un’area geografica del Salento dove, se c’è aria di pioggia, stai pur certo che pioverà.
E infatti, pioggia fu… La cripta si presenta isolata ai bordi di una stradina asfaltata crocevia di pellegrinaggio dei tempi passati.
La guglia del Raimondello
Non lontano Cutrofiano, in poche pedalate si abbandona il contesto rurale e si affronta il percorso in una veste più “urbana”. Attraversare i Comuni di Cutrofiano e Sogliano Cavour è piacevole dopo qualche chilometro pedalato in solitaria nelle campagne salentine,
la pioggia ha lasciato nuovamente spazio al sole appena raggiunta la cripta di Sant’Anna e tutto si illumina di un’altra luce.
La guglia di Raimondello ne giova amplificando il suo splendore, Soleto è lì che aspetta il mio passaggio ed io non vedo l’ora di varcare la soglia della Chiesa di Santo Stefano ed entrare appieno nel contesto bizantino.
Santa Caterina d’Alessandria
Galatina è nuovamente vicina ma prima si dovrà pedalare attraverso l’area industriale della stessa e mi fa specie vedere la cripta di Santa Maria della Grotta in uno stato inaccessibile e indecoroso,
rudere posto in mezzo al passaggio di consegne tra la bellissima Santo Stefano bizantina e la stupenda Basilica di Santa Caterina d’Alessandria latina.