Il Salento Bizantino – L’Acchiatura di San Mauro
“Storie lugubri si raccontavano riguardo a quella chiesetta posta in alto sui bordi di un dirupo, le quali mi facevano abbassare lo sguardo per il timore di far peccato e subirne le conseguenze ai tempi in cui ero ancora ragazzino ingenuo mentre percorrevo la strada che porta al bellissimo mare di Santa Maria al Bagno in estate.”
– Dal punto di vista di Komoot
L'Acchiatura di San Mauro
Prefazione
Dichiarato monumento nazionale nel 1968 il monastero di Santu Mauru è legato a diverse leggende raccontate dalla notte dei tempi. Di sicuro c’è il fatto che doveva essere un abbazia tra le più conosciute del Salento, tanto da essere sottoposta, in termini di importanza, alla sola Santa Maria di Casole ubicata nei pressi di Otranto e che a sua volta vantava splendore di livello europeo.
Le incursioni saracene ne sancirono la fine a causa delle numerose razzie subite che costrinsero i monaci ad abbandonarla. Storie lugubri si raccontavano riguardo a quella chiesetta posta in alto sui bordi di un dirupo, le quali mi facevano abbassare lo sguardo per il timore di far peccato e subirne le conseguenze ai tempi in cui ero ancora ragazzino ingenuo mentre percorrevo la strada che porta al bellissimo mare di Santa Maria al Bagno in estate. La leggenda più rappresentativa in questo senso è quella conosciuta come “L’acchiatura” e che racconta di tesori nascosti, di un tentativo di impossessarsi di uno di essi da parte di tre cacciatori di Sannicola (lu Pici, lu Pesce e lu Saracina) ed il parroco di Sannicola, suo malgrado coinvolto in questa storia fatta di speranze, di imbrogli e di uno spaventoso diavolo (https://archividituglie.wordpress.com/2019/05/18/lacchiatura-di-san-mauro/). Ben raccontata dal Lucio Causo ricercatore di storie salentine e poeta per diletto che ha pubblicato molti saggi appassionati di racconti salentini e non solo. http://www.tuglie.com/profilo_lucio_causo.asp
(per gli approfondimenti dei cenni storici, fare riferimento tra le altre, alle fonti disponibili ampiamente in rete)
L’Acchiatura di San Mauro
In sintesi
Adatto a tutte le tipologie di biciclette dotate di pneumatici che possono percorrere un minimo di strade sterrate e bianche. Unico tratto un po’ più tecnico da percorrere è quello a ridosso della Chiesa di San Mauro mentre in uscita dalla stessa è obbligatorio fare attenzione all’incrocio che consente l’immissione al cavalcavia che attraversa la strada statale Gallipoli – Lecce.
Tutte visibili dal percorso pedalato
Le Cripte a volte non sono direttamente accessibili in bicicletta ma si necessita di percorrere brevissimi tratti addirittura a piedi oppure sono di pertinenza di proprietà private. Bisognerà informarsi sulla possibilità di visita. Sono presenti dei punti di ristoro come masserie adibite ad agriturismo o ristoranti durante tutto l’arco del percorso. Questo l’elenco dei punti di rilievo in ordine di passaggio partendo da Nardò:
- Abbazia San Nicola di Pergoleto, Galatone
- Abbazia di San Mauro, Gallipoli
- Abbazia di San Salvatore, Sannicola
- Cripta Madonna Odegidria, Galatone
- Cripta Sant’Antonio Abate, Nardò
Presenta diversi dislivelli ma sono assolutamente gestibili senza troppo affanno. Porre attenzione in genere agli attraversamenti di arterie stradali principali con traffico automobilistico prevalente anche mentre si pedala nella zona industriale di Nardò.
L’Acchiatura di San Mauro
Esperienza e sensazioni
Un sole meraviglioso con temperature ideali per trascorrere la giornata in bicicletta è un regalo che il Salento è propenso a concedere spesso in autunno. Partire dal centro storico di Nardò chiuso al traffico automobilistico, ormai da più di qualche anno, spinge naturalmente verso la felicità chiunque abbia deciso di godere di questa congiuntura ideale per seguire tracce bizantine e non solo.
L’assenza di traffico
Godere dell’assenza di rumori generati dai motori a scoppio è percepito ancora come un “privilegio concesso” e si esaurisce non appena si mette la ruota fuori dalla zona a traffico limitato fino al raggiungimento della periferia della cittadina.
Per farlo si devono sfruttare le piste ciclabili che, seppur esistenti, sono tutte da interpretare senza distrazioni oltre che complicate da percorrere. Comunque, sempre meglio di niente…
Masseria Morige
Usciti da Nardò le stradine secondarie tornano ad essere protagoniste silenziose, l’asfalto ci accompagna fino ad un paio di chilometri dalla Masseria Morige Piccolo trasformandosi in una tipica strada di campagna sterrata facilmente percorribile. In realtà, l’accesso alla stradina non è immediato visto che è stata letteralmente sbarrata da un muretto.
Facilmente aggirabile impedisce sicuramente il passaggio alle macchine ma non certo alle biciclette (menomale…).
La Masseria Morige, struttura ormai abbandonata, è stata una piacevole sorpresa perchè ne ignoravo completamente l’esistenza, inoltre, è posta a ridosso di questa via di campagna salentina incontaminata e che ci indirizzerà, in una dolcissima pendenza, a scendere fino a scorgere il mare con vista baia di Gallipoli.
San Mauro
La Chiesa di San Mauro si raggiunge in poche centinaia di metri risalendo una lieve pendenza in un tratto pietroso e meno scorrevole del solito.
Approfitto quindi della vista mare spingendo a mano la bici (consigliato se non si ha dimestichezza nel gestire queste situazioni pedalando) pur di non rinunciare al panorama offertomi senza distrarsi dalla guida.
San Salvatore
Da San Mauro (occhio all’attraversamento della strada statale Lecce – Gallipoli), giù per il promontorio, raggiungere San Salvatore è un attimo, agevolato dal percorso che asseconda il naturale pedalare del ciclista e che sfiora pinete e campi coltivati incorniciati dai muretti a secco.
L’asfalto si alterna nuovamente allo sterrato facile e quella che era la tendenza a scendere al mare si inverte volgendo verso un dolce e costante risalire in direzione serra salentina passando per Chiesanuova e Sannicola.
Senza troppo sudare
Senza troppo sudare, in sella ad un percorso disegnato su misura delle biciclette (manco lo avessero fatto apposta), la serra che da queste parti è ancora poco pronunciata, si apre e si mostra incantevole fino a raggiungere l’ingresso di Galatone con i suoi tesori architettonici. Ancora una volta si accentua il sorriso in volto fino alla Masseria Pennella inebriati come si è del dolce profumo intriso di autunno nell’ennesima meraviglia di queste vie salentine.
Sant’Antonio Abate (aguzzate gli occhi per scovarla) e Nardò sono alle porte ormai. Attraversare l’area industriale neretina è inevitabile e, come un caffè preso appena svegli all’alba di un lunedì, ci aiuta a rimettere i piedi a terra. La scampagnata è già finita, purtroppo…