Il Salento Bizantino – Coscienza e incoscienza
“Stradine asfaltate silenziose, sentieri sterrati a volte solo accennati a causa dell’erba alta presente in questo periodo dell’anno, estesi prati fioriti lungo la splendida via francigena che da queste parti è particolarmente ben curata e valorizzata…”
– Dal punto di vista di Komoot
Coscienza e incoscienza
Prefazione
La riflessione verte verso una parte di descrizione esposta sul sito istituzionale del Comune di Cursi, dove Maria Corti, docente universitaria, scrittrice di fama nazionale ed innamorata della terra salentina, racconta di una visita presso la cripta di Santo Stefano e all’epoca dei fatti (verso la fine degli anni novanta del secolo scorso) in piena fase di restauro. In quella circostanza, attraverso le sue parole fece percepire di quanto fosse cosciente circa l’importanza storico/culturale del sito:
“La notizia del restauro e del recupero della cripta basiliana di Cursi, un ipogeo con suggestiva planimetria, iscrizioni tutte in greco e indimenticabili affreschi, mi ha colmata di letizia. Il merito del recupero va tutto al prof. Donato Giannuzzi, che eleverei a modello per gli intellettuali del Salento: altre cripte bizantine o italo-normanne non ancora esplorate oppure abbandonate alla distruzione di gente incolta, essi in terra otrantina potrebbero segnalare alle autorità e recuperare. Che immensi vuoti di attenzione storditamente danneggiano la terra salentina! Recupero nella mia memoria una giornata piena di sole dell’agosto 1987 quando il mio collega universitario di Pavia, prof. Angelo Stella ed io, forniti di lanterna scendemmo dalla strada di Vico Bianco su una scala di legno fatta calare lungo una botola nell’ipogeo e ci trovammo di fronte ai prodigiosi dipinti del secolo XII e XIII sulle pareti e sui pilastri: santi tratteggiati in tocchi semplici ed eterni che colmavano gli abissi del tempo. Ecco la Santa Parasceve nel suo manto rosso, i due volti di San Pietro, gli occhi tondi e immobili di San Teodoro e un grande Cristo Pantocratore che benedice alla greca. L’incanto di quegli occhi fermi e profondi ci trattenne forse troppo e io, risalita per la scala a pioli, giunta nella abbagliante luce del sole, svenni, caddi in terra lunga e tirata.
Angelo Stella, saggio e tranquillo, mi riportò nel reale di una giornata d’agosto. Oggi simili peripezie, bizzarre e un poco ludiche, sono un lontano ricordo poichè una scala in pietra antica restaurata conduce alla grotta.” [Maria Corti].
Con la stessa coscienza, l’amministrazione locale di Castrignano dei Greci nel 1965 diede via ai lavori di recupero di una cripta interrata nel secolo precedente [Si fa riferimento a quanto esposto sul sito istituzionale del Comune di Castrignano dei Greci] riportando alla luce e rendendo fruibile la Cripta di Sant’Onofrio.
L’evidente incoscienza è però la responsabile dell’interramento della stessa avvenuta alla fine del XIX secolo. Ed è ancora l’incoscienza a determinare i danneggiamenti della già citata cripta di San Giorgio a Cursi durante un tentativo, quantomeno maldestro, di restauro della stessa avvenuto nei giorni nostri.
In entrambi i casi è evidente come la coscienza e l’incoscienza dei singoli, oggi come in passato, possa influire nel tramando delle evidenze storico/culturali alle generazioni future con tutto quello che evidentemente ciò comporta. E’ verosimile pensare che l’aggettivo incoscienza faccia il paio con ignoranza?
(per gli approfondimenti dei cenni storici, fare riferimento tra le altre, alle fonti disponibili ampiamente in rete)
Coscienza e incoscienza
In sintesi
Dall’Ex Convento degli Agostiniani di Melpignano si parte per un giro ad anello che, sfruttando viabilità secondaria asfaltata, strade bianche e sentieri tipici del Salento, attraversa i borghi di Cursi (famosa per la lavorazione della pietra leccese), Bagnolo del Salento, Cannole, Carpignano Salentino, Serrano e Castrignano de’Greci.
Luoghi di interesse culturale e ambientale come Montevergine ed il bosco della Masseria fortificata Torcito collegati tra loro da una bellissima e curata Via Francigena. Non meno interessante è l’attraversamento dell’area umida dei Laghi Alimini con la sua foce sul mare e le spiagge bianche affacciate sul canale d’Otranto,
per non parlare della visita al frantoio ipogeo di Anfiano che, unitamente alla ricerca delle tracce bizantine tema del percorso, rendono il giro particolarmente ricco di punti di interesse.
Tutte visibili dal percorso pedalato
le cripte a volte non sono direttamente avvicinabili in bicicletta ma si necessita di percorrere brevissimi tratti addirittura a piedi oppure sono di pertinenza di proprietà private. Bisognerà informarsi sulla possibilità di visita. Sono presenti dei punti di ristoro come masserie adibite ad agriturismo o ristoranti durante tutto l’arco del percorso.
Questo l’elenco dei punti di rilievo bizantini in ordine di passaggio partendo da Melpignano:
- Cripta S.Giorgio o S.Stefano, Cursi
- Cripta e Santuario Madonna Montevergine, Palmariggi
- Frantoio ipogeo e borgo di Anfiano
- Cripta a Santa Marina di Stigliano, Carpignano Salentino
- Cripta Santuario Madonna della Grotta, Carpignano Salentino
- Cripta Sant’Onofrio, Castrignano de Greci
Adatto a tutte le tipologie di biciclette dotate di pneumatici che possono percorrere anche strade sterrate e bianche. I dislivelli sono concentrati all’altezza di Montevergine e Serrano ma sono di breve distanza e assolutamente alla portata dei più. Per chi ha voglia di farsi spazio tra la folta vegetazione il percorso è segnato in modo tale da avvicinarsi il più possibile ai margini di Alimini Grande. Per chi, viceversa, non vuole affrontare queste situazioni, può semplicemente proseguire sulla strada provinciale e ricongiungersi alla traccia alla foce del lago qualche centinaio di metri più avanti. Porre attenzione agli attraversamenti di arterie stradali principali con traffico automobilistico prevalente. In particolare porre attenzione sulle stradine che congiungono Melpignano a Cursi, non sono affatto trafficate ma non è escluso che possano spuntare davanti a noi mezzi pesanti provenienti dalle cave adiacenti e dalle aziende di lavorazione della pietra leccese.
Coscienza e incoscienza
Esperienza e sensazioni
Pietra leccese
Il sole nel Salento ha scelto di affidarsi alla pietra per far riflettere la propria luce, ne sono convinto. Non una pietra qualunque ma la pietra leccese. E’ la riflessione che ti colpisce all’alba stando di fronte all’Ex Convento degli Agostiniani di Melpignano mentre si ammira la facciata decorata baroccamente ed orientata verso est.
E’ la riflessione che ti colpisce ogni volta che i raggi del sole vengono deviati da una facciata o un manufatto costruito in pietra leccese nel Salento. Alba o tramonto che sia, è la luce perfetta.
Tra Melpignano e Cursi non poteva essere altrimenti vista l’originaria presenza di cave in quell’area, la si percepisce mentre si attraversano le vie di collegamento ed i nuclei storici delle due cittadine.
Montevergine
Superata Bagnolo del Salento, continuando a pedalare verso oriente uno strano senso di leggerezza mi pervade e mi induce a pensare che una lieve discesa verso mare sia quanto di meglio si possa affrontare nei prossimi chilometri. Distratti dal silenzio quasi surreale del luogo con i sensi rilassati dal percorrere di stradine avvolte nella verde vegetazione, improvvisamente la strada si inerpica e ci induce ad un improvviso risveglio.
Un’altura strategica, un tempo dedicata a Giove, con vista sul pianoro che porta ad Otranto dovrà essere ancora scalata ma già dopo pochissime centinaia di metri si arriva sulla sommità di Montevergine. La vista di un’immensa distesa di uliveti fa capire quanto importante sia stata, culturalmente ed economicamente, la coltivazione di questa pianta per il tacco d’Italia. Una sfida enorme attende il Salento, la xylella è uno spartiacque verso un futuro ancora indecifrabile per l’ulivo in questo territorio.
Anfiano e La Via Francigena
Stradine asfaltate silenziose, sentieri sterrati a volte solo accennati a causa dell’erba alta presente in questo periodo dell’anno, estesi prati fioriti lungo la splendida via francigena che da queste parti è particolarmente ben curata e valorizzata,
storia e storie toccate con mano grazie alla presenza del frantoio ipogeo di Anfiano (piccolo casale bizantino raso al suolo dai Saraceni e poi abbandonato), masserie fortificate, piccoli borghi attraversati e, ovviamente, tracce bizantine da seguire, sono gli ingredienti che ci seguiranno mentre pedaliamo verso il mare.
I segni evidenti
Non un mare qualunque, ma il mare da cui sono arrivati i protagonisti del passato di questa terra. In amicizia o in contrapposizione hanno lasciato il segno in modo evidente e, lasciatemelo dire, il modo migliore per cogliere questi segni è muoversi lentamente lasciandosi trasportare dalle proprie sensazioni ed emozioni.
Dai profumi e dai sapori dei prodotti locali acquistati nei piccoli borghi e i mercatini visitati, dai contatti con altre genti, che siano pellegrini o del luogo, l’incontro con la natura ancora incontaminata come le pinete, la fauna come poiane, volpi oppure volatili che ancora abitano le colombaie storiche di Torcito e Carpignano Salentino, attraverso i campi coltivati incorniciati dai muretti a secco magistralmente costruiti e ancora, attraverso i rovi per guadagnarsi il passaggio e l’accesso ai laghi salati di Alimini.
La differenza
In fine la caparbietà e la sorte possono fare la differenza quando si cercano le cripte custodite gelosamente nei luoghi di culto se non perennemente aperte alla visita dei pellegrini,
chiuse sotto chiave nelle piazze dei comuni oppure abbandonate all’entropia del tempo che passa… Una cosa è certa però, è impossibile non tornare arricchiti in ogni senso al punto di arrivo che poi fu punto di partenza.