Le Fortificazioni nel Salento – L’Arneo si difende con la lupara
“Di nuovo, campi di frumento e vigne, silenzi e sterrati, rare le occasioni in cui si può trovare ristoro sotto l’ombra di alberi, figuriamoci trovare acqua per riempire le borracce. Centri urbani? Neanche l’ombra…”
– Dal punto di vista di Komoot
L'Arneo si difende con la lupara
Prefazione
Assodato che le fortificazioni esistono in quanto l’uomo ha bisogno di difendersi dai suoi simili, parallelamente esiste un altro tipo di “fortificazione” intesa come forma di difesa dai pericoli intrinsechi della natura. In questa accezione si inserisce nel tema filo guida di questo percorso la “lupara”.
Già nel XV secolo la contessa di Lecce Maria D’Enghien elargiva compensi a chi avesse ucciso lupi menzionando la “lupara” in uno dei suoi editti. 1872, altra storia: Il prefetto obbliga il sindaco di Nardò a “pagare a titolo di premio la somma di £. 25,50 a Caramia Giuseppe, vero uccisore della lupa e non già a Mazzeo Giovanni” per la soppressione avvenuta nei pressi della masseria detta “La Grande” . Già ma… cos’è la “LUPARA”?
(per gli approfondimenti dei cenni storici, fare riferimento tra le altre, alle fonti disponibili ampiamente in rete)
L’Arneo si difende con la lupara
In sintesi
Tutte visibili dal percorso pedalato
Fortificazioni ormai abbandonate si alternano a strutture attrezzate per l’accoglienza enogastronomica e/o alberghiera, in alternativa. Bisognerà informarsi sulla possibilità di visita o fruizione.
Percorso adatto a biciclette dotate di pneumatici che possono percorrere strade bianche e sterrati (non sono necessarie MTB), da considerare la presenza di fango durante la percorrenza dopo un periodo di pioggia. Non presenta particolari difficoltà di dislivello ma i tanti tratti sterrati alla lunga possono fiaccare la resistenza al pedalare.
Questo l’elenco dei punti di rilievo in ordine di passaggio partendo da Porto Cesareo:
- Torre Cesarea, Porto Cesareo
- Masseria Trappeto, Porto Cesareo
- Masseria Zanzara, Leverano
- Masseria Torre del Cardo, Porto Cesareo
- Masseria Ursi, Salice Salentino
- Castello Monaci, Salice Salentino
- Castello normanno di Avetrana
- Masseria Santa Chiara, Porto Cesareo
- Masseria Donna Menga, Porto Cesareo
- Torre Chianca, Porto Cesareo
Scarseggiando gli attraversamenti urbani e si consiglia di rifornirsi adeguatamente di acqua da bere. Portarsi dietro un minimo di attrezzi per le emergenze meccaniche (vale sempre ma qui più che mai). Porre attenzione agli attraversamenti di arterie stradali principali con traffico automobilistico prevalente.
L’Arneo si difende con la lupara
Esperienza e sensazioni
Il Lupo è tornato
Togliamoci subito il dubbio, appena usciti da Porto Cesareo, nel bel mezzo di sterpaglie, al centro di una rampa svincolo di uscita stradale, è visibile una delle rare lupare censite sul territorio salentino. Oggi più che mai, accertato il ritorno del lupo sul territorio salentino circa mezzo secolo dopo essere scomparso (se non di più),
la speranza è che questa trappola mantenga la sua ragion d’essere nel ricordo di quello che fu lo sterminio di un predatore in cima alla catena alimentare in forte concorrenza con l’uomo. Certo, non è semplice accedere al sito vista l’ubicazione ma parte così la ricerca di fortificazioni in terra di Arneo.
“Outback” salentino
Subito si percorrono strade bianche che, a ridosso della zona di Porto Cesareo, possono sembrare poco attrattive ma poi tutto migliora. Campi di frumento ormai maturo e già parzialmente raccolto (l’estate è ormai alle porte) ci accompagnano fino alla masseria Trappeto, porta di ingresso verso quello che può essere definito come “outback” salentino.
La sua bassissima densità di urbanizzazione e l’alta vocazione rurale raramente interrotta da macchia mediterranea, pur conservando la sua indole selvaggia, ne conferisce un unicum territoriale del sud più estremo del tacco d’Italia.
La solitudine d’Arneo
La sensazione di pedalare in solitudine è sempre presente, le stradine per lo più sterrate, spesso sono rettilinee e sembrano essere senza fine immerse come sono tra grandi uliveti, campi di frumento e terreni arati.
Poche volte si pedala su asfalto e quando lo si fa, probabilmente si sta percorrendo un tratto di strada di servizio gestita dal consorzio di bonifica di Arneo, nota anche come ciclovia dell’Acquedotto Pugliese (un pò bistrattata da queste parti).
La tregua all’ombra
Superato il rudere della Masseria Ursi gli uliveti lasciano spazio ai vigneti e da nord si vira verso ovest. Di nuovo, campi di frumento e vigne, silenzi e sterrati, rare le occasioni in cui si può trovare ristoro sotto l’ombra di alberi, figuriamoci trovare acqua per riempire le borracce.
Centri urbani? Neanche l’ombra. Una pausa la concede una piccolissima pineta ai piedi della masseria San Paolo dove prendersi qualche tempo di tregua.
L’essenza
L’essenza dell’Arneo si respira a pieni polmoni, è sulla pelle, si tocca con mano pedalando lungo i numerosi percorsi in terra battuta rossa e bianca, sassosi o ghiaiosi,
in mezzo a sterpaglie o campi arati, comunque polverosi o fangosi a secondo del meteo. Gli amanti del gravel saranno accontentati, gli altri pure.
Avetrana
Avetrana è l’unico centro abitato attraversato, la gente accogliente e gentile, tanti i punti di ristoro di cui approfittare. Avetrana segna la via del ritorno verso Porto Cesareo ma la strada è ancora lunga. Ancora una volta si sfrutta un tratto assolutamente rettilineo di ciclovia dell’Acquedotto Pugliese,
non fatevi ingannare, l’asfalto comodo è solo una parentesi e fino quasi alle porte di Porto Cesareo si respirerà l’essenza d’Arneo.