Da Tuglie in bici? …Si può! – Collepasso
“Capita anche di doversi semplicemente spostare da un Comune all’altro senza necessariamente pensare ad un’automobile come mezzo di trasporto. Si può prediligere la mobilità dolce, soprattutto quando scarseggiano anche i mezzi pubblici?”
Da Tuglie in Bici..? Si può!: Il preambolo per avere un quadro di insieme
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Da Tuglie in bici - Collepasso
Da Tuglie in bici - Collepasso variante
– Dal punto di vista di Komoot
La fatica rievocata
Collepasso, già solo il nome della meta prescelta rievoca fatica e momenti epici come quelli che superò e sopportò Annibale e i suoi elefanti durante il passaggio attraverso le alpi. Montegrappa addirittura fa riferimento diretto ai sconvolgenti avvenimenti della Grande Guerra ed il sacello della Madonnina del Grappa posta in cima al sacrario militare. Farsi suggestionare è un’attimo visto l’argomento trattato in questo articoletto, ossia come raggiungere i nostri cugini dirimpettai della serra salentina in bicicletta.
Eppure i tugliesi non si sono affatto scoraggiati quando si è deciso di sviluppare il borgo proprio adagiandosi sul fianco della serra, evidentemente il dislivello e le conseguenti salite (o discese) non sono affatto state considerate limitanti ai fini degli spostamenti quotidiani lungo e attraverso il fianco alto non più di centocinquanta metri. Come mai?
Semplice, i mezzi di locomozione annullano le difficoltà azzerando, di fatto, la fatica. Obiezione! La bicicletta è sinonimo di fatica… Contro obiezione! Collepasso e Montegrappa non sono nelle alpi… Come a dire che le biciclette, al giorno d’oggi, sono dotate di diavolerie meccaniche che azzerano la fatica.
La tecnologia ha, anche in questo caso, contribuito a sviluppare soluzioni per tutte le gambe e per tutte le tasche. Come detto pocanzi, farsi suggestionare dai luoghi comuni è un attimo.
Le salite di Tuglie
Il vantaggio di sedersi su un mezzo versatile e poco ingombrante come la bicicletta è quello di potersi districare anche tra i vicoli più stretti di Tuglie dando brio agli spostamenti quotidiani e possibilità di variazioni al tema.
Sta di fatto che dopo soli ottocento metri circa (solo perchè obbligati ad allungare dai sensi di marcia imposti) ci troviamo praticamente sulla sommità della serra che da lì in poi rende incantevole il “viaggio” verso Collepasso.
Lo splendore della serra
Ancora una volta la suggestione diventa fuorviante. Il fatto che un batterio alieno abbia compromesso l’habitat in cui eravamo abituati a muoverci è ovviamente inconfutabile,
ma la quantità di verde rigoglioso della macchia mediterranea mantiene alto il valore naturalistico di quest’area attraversata tanto da rimanere meravigliati al discendere della serra sul lato est, soprattutto per i tugliesi abituati a sbirciare verso il mar ionio.
San Nicola di Macugno ne è l’emblema, la Storia e le storie narrate che coinvolgono questo luogo e la Natura con i campi coltivati armoniosamente integrati donano bellezza e gioiosità.
L’ultimo tratto di un paio di chilometri pedalati sulla strada provinciale Neviano – Collepasso non destano grandi preoccupazioni visto l’esiguo traffico automobilistico presente.
La variante più breve
Esiste la possibilità di accorciare il percorso di poco meno di un chilometro e che consente inoltre, di ridurre la distanza percorsa su strada provinciale nel tratto finale in arrivo a Collepasso.
La scelta di deviare viceversa verso San Nicola di Macugno è scaturita dal fatto che quest’ultima soluzione consente di addolcire il già blando dislivello senza dunque perder troppo tempo in più (aspetto da tenere in considerazione solo se non si utilizza una bicicletta a pedalata assistita).
Non solo, la bellezza dei luoghi attraversati rendono questa soluzione più accattivante senza nulla togliere al percorso più breve e diretto.
La riflessione
La riflessione riguarda un’aspetto tecnico ma rilevante ai fini della fruibilità del tragitto e l’individuazione della direzione da seguire. Non tutti hanno dimestichezza nell’utilizzo dei dispositivi elettronici ai fini della “navigazione” e anzi, sono d’impaccio quando si tratta di pedalare brevi tratti nel quotidiano.
Fondamentali diventano conseguentemente le segnaletiche verticali stradali. In questo caso, la cartellonistica concernente le indicazioni di direzione è presente ma, a mio avviso, disposta in modo incoerente.
Spesso è disposta in modo quasi nascosta, sembra ci si vergogni ad esporle. La si incontra casualmente e saltuariamente, il ciclista è spesso nel dubbio circa la direzione da prendere. Dulcis in fundo, non si capisce come mai alcuni cartelloni indicanti le svolte da seguire, siano posizionati dopo l’incrocio e non prima, come razionalmente dovrebbe essere.
Perchè tutto ciò? Insomma, il ciclista ha le stesse esigenze dell’automobilista quando parliamo di indicazioni di direzione, ne più e ne meno.
In sintesi
Poco più di otto chilometri per raggiungere Collepasso in una trentina di minuti a velocità ciclistica (media 15km/h) considerando il dislivello da percorrere anche se, ciò che si perde in termini di tempo in salita lo si guadagna nella discesa successiva.
Da Tuglie si giunge direttamente a Collepasso evitando la classica strada provinciale percorsa dai mezzi a motore, eccezion fatta per i poco meno di due chilometri pedalati sulla tranquilla strada provinciale che collega Neviano a Collepasso.
Il contesto in cui si pedala è quello classico delle campagne salentine che, lungo il lato est della serra, sfocia in un ambientazione ricca di biodiversità e vegetazione anche rigogliosa.
San Nicola di Macugno segna la fine delle stradine secondarie da percorrere ma anche un luogo dove eventualmente sostare e godere del circondario.
Alla domanda se vale la pena usare la bicicletta per andare a Collepasso, paragonando i tempi di percorrenza in macchina rispondo: Io non ho dubbi. A voi la scelta… L’alternativa c’è se lo si vuole…
Le chicche strada facendo:
Il castello di Collepasso
Pur potendo annoverare tra le chicche incontrate l’Abbazia di San Nicola di Macugno e le sue storie fantastiche da raccontare, merita altrimenti di essere preso in considerazione il castello nonchè palazzo baronale di Collepasso.
L’amministrazione comunale ha investito nella riqualificazione di questo patrimonio storico salentino ed i risultati si vedono.
Sorto sulle fondamenta di un’antica torre difensiva bizantina e più volte rimaneggiata a partire dal XVI secolo e fino al XVIII secolo, periodo in cui ha assunto l’attuale forma voluta dal feudatario Oronzo Leuzzi.
Dichiarato edificio di interesse culturale dal 1987, merita di essere visitato senza alcun dubbio.