Pietre del Salento – Pietre scolpite
“E’ tutto descritto nei racconti, nelle leggende e nella cultura degli abitanti che, come polvere appiccicata alla pelle, percepisci mentre pedali lungo le stradine incantate, immerso nella colonna sonora della natura”
– Dal punto di vista di Komoot
Pietre scolpite
Prefazione
La colonna di “Santu Linardu” – Il Menhir di San Leonardo, situato nel rione di Tutino (Le), è meglio conosciuto dalla gente del luogo come “Colonna di Santu Linardu” o “Menhir Pivataru”. Sembra che in passato questa zona sia sempre stata oggetto di leggende che hanno alimentato la fantasia degli abitanti.
Stando infatti ai loro racconti, nei pressi del monolite si nascondeva una macàra (strega) molto conosciuta per le sue arti magiche. La sua attività di megera durò fin quando il parroco del paese non la sorprese mentre era intenta a preparare le sue pozioni magiche.
Un’altra credenza legata al Menhir, è quella relativa a una pratica bizzarra utilizzata dai contadini. Essi credevano che per poter guarire i loro cavalli dai continui mal di pancia, bisognava farli girare in continuazione intorno al monolite facendo in modo che si accelerasse il processo di guarigione.
Dell’antico menhir, oggi, restano purtroppo solo due tronconi sovrapposti, ma l’antico fascino che caratterizzava tutta quest’area, continua a rivivere nelle sagre di paese che ogni anno coinvolgono l’intera comunità, comprese le nuove generazioni.
(per gli approfondimenti dei cenni storici, fare riferimento tra le altre, alle fonti disponibili ampiamente in rete)
Pietre scolpite
In sintesi
Da Tricase e le sue bellissime piazze su cui si affaccia Palazzo Gallone si parte in direzione nord su stradine secondarie asfaltate in alternanza con quelle sterrate e su tratturi storici di Castiglione d’Otranto. Lo sterrato continua incredibilmente fino a raggiungere le porte di Spongano da dove bisognerà pedalare su una tranquillissima strada provinciale fino a Ortelle.
Vitigliano, già visibile in lontananza perche posta su un basso promontorio sarà, a sua volta, raggiunta attraversando sentieri erbosi o sterrati (a seconda delle stagionalità) tra campi di frumento. Vaste e Poggiardo in sequenza ed infine San Cassiano, raggiunta anch’essa su strada provinciale, fungono da porta di ingresso al Parco dei Paduli.
Ma è da Nociglia in poi che ci si immerge a pieno in questo contesto al contempo rurale e naturalistico e che perdura sin oltre Supersano svelando alcune delle meraviglie di quest’area fino a Torre Paduli. Miggiano e Tutino saranno gli ultimi borghi da attraversare prima del rientro a Tricase.
Sono presenti dei punti di ristoro come masserie adibite ad agriturismo o ristoranti/resort sul percorso pedalato.
Questo l’elenco dei punti di rilievo in ordine di passaggio partendo da Tricase:
- Menhir Croce di Principano, Depressa
- Parco delle pietre, Castiglione d’Otranto
- Dolmen Piedigrandi, Spongano
- Menhir la Croce, Spongano
- Menhir di Vitigliano
- Antica Carraia Romana, Supersano
- Menhir Coelimanna, Supersano
- Menhir Rimembranze I e II, Supersano
- Menhir San Leonardo, Tutino
Adatto a biciclette attrezzate per percorrere tratti sterrati e sentieri ricchi di vegetazione. L’unico dislivello di rilievo da percorrere con cautela è quello che si inerpica sulla serra salentina a ridosso della masseria Le Stanzie. A parte il dolmen Piedigrandi situato dentro un podere privato recintato, il resto dei punti salienti è ben visibile. Alcuni chilometri pedalati su varie strade provinciali non destano preoccupazioni vista la bassa percorrenza del traffico motorizzato mentre un brevissimo tratto, subito dopo Vitigliano, è stretto tra i rovi ed ostico da superare. Basterà aggirarlo utilizzando una stradina quasi parallela da imboccare un centinaio di metri più a sinistra rispetto all’imbocco del sentiero se valutato troppo disagevole da percorrere. Altresì da non sottovalutare un’adeguato approvvigionamento di acqua da bere. Porre attenzione agli attraversamenti di arterie stradali principali con traffico automobilistico prevalente, soprattutto in uscita da Nociglia.
Pietre scolpite
Esperienza e sensazioni
Scirocco
Che il clima salentino sia influenzato da venti dalle direzioni predominanti di tramontana e scirocco è assodato, così come non è necessario alzare il dito per capire quale si stia subendo nel momento in cui ci si mette in sella. E’ il tasso di umidità a svelarlo, quando le ossa scricchiolano vuol dire che siamo immersi nello scirocco ed il cielo mostra colori meno marcati, più sfocati, senza orizzonti.
Il cambio stagionale è annunciato anch’esso, il verde dell’erba alta è maculato con l’ocra, la polvere (anche desertica se portata dai venti di sud) si attacca facilmente al telaio della bicicletta, agli abiti, ovunque.
L’estate è dunque alle porte ed immaginate cosa sia attraversare una decina di chilometri di stradine e sentieri sterrati, erbosi, tratturi. In mezzo menhir, dolmen e masserie fortificate, il borgo di Castiglione d’Otranto.
Giuseppe Corrado
Ma siccome non ci vogliamo far mancare nulla riguardo al raccontar di pietre, ecco che improvvisamente qualcuno ci mette del suo…
L’Arte nella forma più nobile si palesa davanti agli occhi. E’ la pietra che si piega davanti al genio, si fa plasmare, sussurra la sua indole, si fa soggiogare dall’uomo.
Non da tutti a dire il vero, anzi, si sottomette solo ai pochi, ai grandi e nel Salento lo ha fatto davanti a Giuseppe Corrado.
Piccoli e di carattere
Spongano e Ortelle, due piccoli borghi collegati da una tranquilla strada provinciale che aiuta a far assimilare quanto provato qualche chilometro addietro, ma se proprio vi annoiate, prima e dopo Vitigliano ci sarà da metterci del proprio per superare sentieri sopraffatti dalla vegetazione.
Dapprima morbida e pieghevole erba e successivamente, coriaci e spinosi rovi fortunatamente aggirabili se ci si arrende, basta svoltare ancor più verso ovest ed imboccare la stradina successiva allungando di un centinaio di metri.
Vaste e Poggiardo, Storia di messapi e bizantini, di nuclei storici che ammiccano all’ottocento,
sono il viale d’ingresso al Parco dei Paduli che si materializza a San Cassiano prima e poi prepotentemente dopo Nociglia.
Sulla pelle
Il tentativo di piegare la natura paludosa, in buona parte riuscito grazie ai canali di bonifica, dopo centinaia e centinaia di anni di coltivazione dell’ulivo che tanto ha scolpito il carattere di questa terra, ora subisce il contraccolpo. Un’alieno mette tutto in discussione, la Natura invece caparbiamente resiste anche a questo, mostrandosi mai doma agli occhi di chi la vuole, di chi la cerca e di chi la protegge.
Non lontano da Supersano i segni di questa contrapposizione sono stati impressi dai carri che per secoli hanno trasportato olio prezioso.
E’ tutto descritto nei racconti, nelle leggende e nella cultura degli abitanti che, come polvere ormai appiccicata alla pelle, percepisci mentre pedali lungo le stradine incantate, immerso nella colonna sonora udibile del Parco dei Paduli e che dall’alto della serra salentina, quandanche stupenda, non riesci a catturare.
Miggiano e Tutino infine, in un lento discendere tra le periferie a tratti ferite dall’incuranza e l’ignoranza, ci riportano lentamente nella dimensione solita del quotidiano.